Tartarughe… in giardino?
La Testuggine comune o Testudo hermanni, meglio conosciuta da tutti come tartaruga di terra, è un animale straordinario che ricorda nelle movenze e nell’aspetto i dinosauri estinti. Il nostro territorio, caratterizzato da habitat tipicamente mediterranei, offre a questa specie un ottimo rifugio oltre a rappresentare per essa un luogo di nutrimento con la sua vegetazione bassa e cespugliosa, gli arbusti e il sottobosco delle leccete.
Soprattutto negli ultimi anni le nostre macchie hanno ceduto il posto alle costruzioni edilizie e al cemento costringendo animali selvatici come le testuggini a vivere confinate in piccole e ristrette aree. Capita spesso durante una passeggiata di imbattersi in qualche testuggine che attraversa la strada asfaltata con passo affrettato alla ricerca disperata di un luogo per vivere.
Proprio in situazioni del genere alcune persone hanno l’istinto di prenderle per poi portarle a casa: in fondo si pensa che il giardino di casa possa essere per loro un posto sicuro nel quale cibo e tranquillità sono assicurati. Questa tendenza ha fatto in modo che la Testuggine comune venisse sempre più frequentemente prelevata dagli habitat naturali e allevata all’interno di giardini di case e ville.
Non tutti sanno però che questo atto non solo è un reato ma viene punito dalla legge. Oggi infatti, a causa del commercio e soprattutto al crescente prelievo dalla natura, le testuggini sono a rischio di estinzione, e vengono per questo tutelate da alcune direttive europee e dalla Convenzione Internazionale di Washington (CITES).
Tutti gli anni infatti, prevalentemente dal periodo primaverile fino ad estate inoltrata, arrivano centinaia di telefonate presso l’Oasi WWF di Macchiagrande da parte di persone che hanno giardini ormai saturi di tartarughe e non sanno più cosa farci: in cattività gli animali si riproducono con molta facilità avendo disponibilità di cibo e, non avendo predatori diretti che equilibrano le popolazioni, crescono in modo esponenziale. Senza separare i maschi dalle femmine si rischia cosi di avere nell’arco di pochissimi anni una specie di allevamento che potremmo definire “fai da te”.
La legge 190/52 ha reso necessario denunciare il possesso degli esemplari al Corpo Forestale dello Stato. La scadenza per denunciare gli animali era però il 31 dicembre 1995. Chi non ha denunciato le proprie testuggini entro quella data non può sanare la propria situazione e rischia una pena.
Le nascite in cattività e i decessi delle testuggini devono essere denunciati entro 10 giorni dall’evento. È possibile inviare la denuncia di nascita per raccomandata al Corpo Forestale dello Stato – Servizio CITES della nostra provincia e regione; naturalmente si può denunciare la nascita dei piccoli solo se i genitori sono stati in passato denunciati. Queste regole valgono ovviamente per tutte le specie di testuggine.
È opportuno quindi non acquistare testuggini neanche da allevatori che non vi consegnano i documenti necessari per possederle. Infatti, non potendo regolarizzare la loro detenzione, rischiereste sempre pesanti sanzioni; inoltre, se si tratta di esemplari adulti, è facile che siano animali prelevati in natura.
Questo articolo non deve spaventare i lettori che possiedono animali non denunciati ma deve essere d’aiuto; non bisogna abbandonare gli esemplari non dichiarati perché oltre a rischiare la morte, infatti per loro sarebbe difficile procurarsi il cibo da se, potrebbero “inquinare geneticamente” la specie Testudo hermanni locale essendo magari delle sottospecie diverse. La cosa migliore è quello di chiamare il numero 1515 del Corpo Forestale dello Stato: daranno tutte le informazioni e supporto richiesto, anche nel caso si trovino animali feriti e con il carapace danneggiato.
Se si incontra una testuggine in campagne e nelle macchie ricordiamoci che appartengono alla fauna selvatica italiana e dobbiamo lasciarle dove sono.
Prima di acquistare una testuggine, accertatevi che abbia i documenti dovuti e stabilite accuratamente se avete uno spazio e un ambiente idoneo ad allevarla.
Le tartarughe vivono in cattività anche più di cento anni è un impegno grande e teniamo sempre presente che il benessere di un animale viene al primo posto.
(di Riccardo Di Giuseppe – Naturalista – Resp. Oasi WWF di Macchiagrande)
Buongiorno, io ho regolarmente denunciato le allora 3 tartarughe in mio possesso, le stesse in questi quasi 30 anni, hanno proliferato moltissimo
Attualmente non posso più prendermene cura, sto parlando di circa ormai 60 tartarughe.
Vorrei quindi destinarle se fosse possibile, in un luogo sicuro
Attendo notizie in merito
Grazie
Salve! Ho una tartaruga molto grande da diversi anni che vive in giardino, purtroppo mia madre va a vivere in appartamento anche se c’è il balcone non ci sentiamo di sacrificarla in un habitat non idoneo nonostante il cuore mi suggerisca di farlo. Vorrei sapere la prassi da seguire. Grazie