ATTENTI AL LUPO…
Nelle cronache nazionali nell’ultimo periodo si è parlato di un evento spiacevole che ha coinvolto soprattutto la zona della maremma Toscana: la strage dei lupi. Proprio così, lupi uccisi in modo violento, a fucilate o bastonate e addirittura esposti in piazza perché colpevoli di aver commesso l’uccisione di pecore, puledri, capre, vitelli, mucche al pascolo e chi più ne ha più ne metta: insomma il lupo è un “violento assassino”, responsabile di non aver soffocato il proprio istinto da predatore. A questo punto vorrei fare una passo indietro e raccontare un’esperienza personale. È Natale e sono sul divano, ospite di amici e sommerso da giocattoli di ogni tipo; mi capita per le mani il libro di Cappuccetto Rosso, una delle favole più famose e conosciute al mondo. Inizio a leggerla e in pochissimo tempo arrivo all’ultima pagina (riportata nella foto sotto), dove trovo scritto: “la bimba riuscì ad aprire la porta e fuggì per il bosco, gridando con tutto il fiato che aveva in gola. Il lupo però era molto veloce e l’aveva quasi raggiunta, quando alcuni cacciatori che si aggiravano per la foresta, sentirono le urla di Cappuccetto e corsero in suo aiuto. Con un colpo di fucile il lupo venne colpito e finì a terra morto”.
Terminato il racconto penso che più che una favola a lieto fine mi sembra la trama di un film dell’orrore con un finale nel quale, dopo le urla della povera bambina, i cacciatori uccidono il lupo senza pietà. Non voglio parlare di caccia e cacciatori, ognuno di noi è libero di pensarla come vuole: vorrei piuttosto soffermarmi sulla fiaba come strumento educativo. Rileggendo la storia da adulto si evince che è piena di simbolismi: il lupo rappresenta la parte più cattiva dell’uomo, quella che inganna i bambini attirandoli con gentilezza ed educazione e, una volta ottenuta la loro fiducia, ne approfitta per mettere in atto orribili comportamenti. Ma i bambini si affezionano ai protagonisti e spesso si identificano in loro: Cappuccetto Rosso è la bambina buona ma ingenua, il lupo è malvagio e pericoloso, i cacciatori sono la provvidenza che arriva al momento giusto. L’immagine negativa con cui il lupo viene rappresentato e immaginato dai bambini può influire su quello che poi saranno da grandi? Io da Naturalista non posso di certo rispondere, chi si occupa di pedagogia e psicologia, di certo sì. Posso dire però che molto spesso per spaventare i bambini si ricorre all’immagine del lupo cattivo e allora si sentono spesso nonni e genitori dire: “se non fai il bravo arriva il lupo cattivo, ti porta via e ti mangia”. Dal mio modesto punto di vista penso che proprio per questi luoghi comuni, il lupo, che rappresenta uno degli animali più affascinanti e maestosi che si possano incontrare in natura, è cacciato, temuto e tenuto a debita distanza. Non vi è area del nostro territorio dove il lupo non sia ancora visto come una minaccia e oggetto di azioni illegali. Il bracconaggio è il primo rischio per questa specie, un accanimento commesso in risposta ai veri e presunti danni causati dal lupo. Spesso, neppure nelle aree protette sono al sicuro: oggi muoiono più lupi che in passato, ne vengono infatti uccisi oltre il 20% della popolazione ogni anno. Alle minacce antiche, si aggiungono oggi quelle moderne: la più recente è la perdita di identità genetica causata dall’incrocio dei lupi con i cani randagi: il rischio è che gli accoppiamenti tra lupi e cani randagi portino alla perdita degli adattamenti acquisiti nel corso di milioni di anni attraverso la selezione naturale e quindi della biodiversità. I danni al bestiame causati dagli ibridi e dai cani rinselvatichiti, più numerosi, sono in tutto simili a quelli causati dal lupo, ma è a quest’ultimo che viene sempre data la colpa, con un accanimento sempre più marcato. Oggi il lupo è una specie protetta a tutti gli effetti, anche se permane tuttora, un timore reverenziale nei confronti di questo straordinario animale. Ed ecco che raccontandovi questa semplice storia, rifletto sul fatto che molto spesso le credenze popolari sono tutt’altro che giuste. Allo stesso modo le favole, che di generazioni in generazione deliziano la fantasia e le emozioni dei più piccoli, hanno un compito importantissimo: la “morale”, ovvero l’insegnamento che il lettore ricava dalla storia. Assicuriamoci che i messaggi che arrivino siano oltre che positivi anche veritieri, così da evitare paure e convinzioni infondate. (di Riccardo Di Giuseppe – Naturalista, Resp. Oasi WWF Litorale Romano)
Condivido pienamente quanto espresso. Da mamma di una bimba, spesso dentro di me vorrei dirle che è dagli umani che deve diffidare, perchè l’umano è capace di cattiverie che gli animali neanche immaginano. Loro si che fanno veramente paura. Ma dovrò spiegarle con il tempo e la delicatezza che noi siamo la razza peggiore.
Grazie mille Silvana, è proprio cosi.. 🙁
Riccardo